19 Maggio 2024

Rimedi naturali: Yoga

Il significato dello Yoga e le sue origini

La pratica dello Yoga è antica, secondo molti più antica dei Veda stessi. Antica quanto la filosofia che la permea e profondamente radicata nella cultura indo-asiatica. La diffusione dello Yoga in Occidente ha subito un picco negli ultimi dieci o quindici anni. Spesso, però, è arrivato a conoscenza di molti senza la necessaria e fondamentale parte teorica che lo costituisce.

Lo Yoga è una disciplina, la disciplina yogica appunto, sulle cui origini ci sono molte ipotesi. Una leggenda indiana lo ritiene frutto di un insegnamento di Shiva (il Mahadev, il danzatore cosmico dio del movimento cosmico, creatore e distruttore), Questa narra di un pesce che ascoltava di nascosto gli insegnamenti impartiti da Shiva a Parvati, la sua sposa. Un giorno il pesce fu scoperto e cacciato. Fuggendo alla ricerca di un posto sicuro dove poter vivere approdò sulle coste dell’India. Si trasformò, quindi, in uomo e diffuse lo Yoga imparato durante il periodo di tempo trascorso a osservare il dio Shiva.

Il significato e i principi dello Yoga

Questa e altre leggende lo vedono di discendenza divina, uno strumento di meditazione, guarigione e crescita donato agli uomini. Storicamente, inoltre, si è arrivati a ipotizzare che la sua origine possa risalire al 9000 a.C. Si ritiene, inoltre, che successivamente sia stato portato in India dalle popolazioni dravidiche. Infatti, a nord del subcontinente la tradizione è più radicata e affermata. Da qui, sembra si sia sviluppato quello che attualmente è il Kundalini Yoga, attualmente praticato anche in Occidente, è diffuso tra gli Shivaiti e gli yogini che vivono in eremitaggio sull’Himalaya.

Il termine Yoga significa sigillo, unione, un’unione che porta gioia e armonia, completezza e appagamento generati dalla comunicazione tra mente e corpo, tra piano fisico e psichico e spirituale, tra piano terreno e piano universale. Lo Yoga è stato tramandato (inizialmente solo per via orale da maestro a discepolo) per permettere all’essere umano di ricongiungersi con l’energia universale, con la forza rigeneratrice del cosmo e far si che chi lo pratica sia in armonia con il suo universo interiore e con l’Universo che tutti ci circonda.

Yoga

Il Patanjali e gli Otto Stadi

La prima struttura scritta in merito si deve, probabilmente, a Patanjali autore dello Yoga Sutra (siamo circa nel tremila a.C.) e suddivide la disciplina in 8 stadi che sono:

Lo Yama (astinenza), fa riferimento a varie pratiche di astinenza che condurranno il discepolo alla padronanza di se stesso e ad una maggiore facilità verso scelte rispettose, anche a dispetto degli istinti più immediati. Quello dell’astinenza è un punto delicato che nel nostro contesto storico sociale può risultare difficile e contraddittorio. Ma chi pratica ci arriverà attraverso un percorso individuale e mai, elemento fondamentale della disciplina stessa, di forzatura o coercizione.

Il Nyama l’osservanza richiede il rispetto della purezza interiore ed esteriore, la ricerca dell’essenziale a discapito delle sovrastrutture.

Le Asana (posizioni), rappresentano la pratica intesa in senso fisico. Sono sicuramente l’aspetto più conosciuto e attuato in ogni ambito. Si propongono di far arrivare il corpo fisico a uno stadio di benessere che permea anche lo stato mentale e viceversa. Lo predispongono, quindi, alla meditazione e a un percorso di conoscenza del nostro corpo.

Il Pranayama (dominio del prana o energia vitale) è la tecnica che permette di gestire la respirazione in modo ottimale e consapevole.

Il Pratyahara (dominio dei sensi) ovvero le tecniche che ci permettono di svuotare la mente e concentrarci, rimanendo in uno stato neuro e positivo.

Il Dharana (dominio della mente) grazie al quale aumenteranno la nostra stabilità e la nostra capacità di gestire le situazioni al meglio.

La Dhyana (meditazione) i benefici della meditazione sono immensi e meritano di essere affrontati separatamente. Prima di tutto, però, noteremo un notevole abbassamento del livello di stress quotidiano. Inoltre è la fase più alta che prepara, tradizionalmente, al raggiungimento dell’illuminazione.

la Samadhi (estasi), il raggiungimento della comunione perfetta tra l’Io e il cosmo, tra l’anima individuale e il tutto.

Lo Yoga oggi e i suoi benefici

Al di la della complessità, la struttura di Patanjali esplica perfettamente i punti cardine della disciplina yogica da cui ancora oggi non si prescinde. Specialmente in Occidente, però, si sono ramificate e suddivise altre discipline e scuole yogiche (alcune preesistenti e coesistenti, altre che si sono poi divise successivamente). Le più comuni e diffuse sono l’Hatha Yoga, l’Ashtanga Yoga, il Raja Yoga e il Kundalini Yoga. Affronteremo poi dettagliatamente ognuna di loro.

I benefici dello Yoga sono molti, dalla riduzione dello stress al raggiungimento di un ottimo equilibrio psico-fisico, il mantenimento del corpo in ottima salute, flessibile ed allenato, un miglioramento delle funzioni dell’apparato respiratorio e cardiocircolatorio, un buon controllo del proprio corpo ed una buona conoscenza dello stesso. Ma più di tutto lo Yoga è un percorso, un cammino verso la consapevolezza da compiere con coerenza e apertura, in primis verso noi stessi e verso ciò che realmente siamo, allo scopo di migliorarci ed evolverci.

Le discipline yogiche attualmente più conosciute e praticate sono: l’Hata Yoga, l’Ashtanga Yoga, il Raja Yoga e il Kundalini Yoga. Benché l’origine sia la medesima, si differenziano l’una dall’altra nell’approccio e nelle priorità teorico pratiche a cui l’allievo dovrà dedicare la sua attenzione. Sarà necessario, quindi, approfondirle singolarmente anche per capire quale di queste, meglio si addice al nostro essere.

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