Prima di rispondere a questa domanda occorre risalire al significato del detto “In bocca al lupo”. Perché, soprattutto in Italia, si usa questa espressione?
L’origine del detto “In bocca al lupo”
L’origine di questo detto sembrerebbe essere riconducibile ad un’antica formula di augurio rivolta ai cacciatori, alla quale appunto essi rispondevano “Crepi!” (rivolto ovviamente al lupo). In passato era comune credenza che le parole avessero valore magico e quindi dal gergo dei cacciatori, questo detto, si estese a tutte quelle situazioni difficili in cui si può incorrere nella vita di tutti i giorni.
Ma perché proprio il lupo? Ebbene in epoca antica e medievale il lupo era spesso visto come il pericolo in persona, un animale crudele, vorace, che attacca il bestiame, i pastori e gli abitanti dei villaggi come possiamo ritrovare in numerose storie, da Esopo alle molte versioni di Cappuccetto Rosso.
La considerazione del lupo nella storia
Già nel 1612, nella prima edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca, il lupo veniva definito come “animal selvatico voracissimo”, menzionando già espressioni come gridare al lupo, il lupo cambia il pelo ma non il vizio e chi pecora si fa il lupo se la mangia, tutti detti che pongono il lupo in una cattiva luce.
Quindi la prima interpretazione data a questa espressione è sicuramente derivata dal linguaggio dei pastori e degli allevatori, per i quali il lupo era temuto più di tutti gli altri animali. Legata alla caccia, invece, la spiegazione secondo cui i cacciatori dovevano avvicinarsi al lupo e quindi, in senso metaforico, “mettersi nella sua bocca”. A questo augurio bisognava rispondere appunto “crepi il lupo” perché per affrontarlo ci voleva molto coraggio e una buona dose di fortuna.
La derivazione greca e marinara del detto “In bocca al lupo”
Alcuni credono invece che l’espressione derivi dal greco con il significato di “prendi la retta via” e rispondere “la prenderò”, mentre altri ancora fanno risalire l’origine del detto dal mondo della navigazione. Infatti “la bocca del lupo” era una lavagna dove si segnavano i nomi degli uomini e delle merci portate a casa e quindi l’espressione avrebbe avuto il senso di una “buona navigazione”.
Viva il lupo e non crepi il lupo
Rispondiamo ora alla domanda con cui abbiamo iniziato il nostro articolo: perché, da qualche tempo, sempre più persone rispondono “viva il lupo” anziché “crepi”? Sempre più persone sono sensibili alla tematica animalista e quindi molte di esse credono opportuno rispondere, appunto, augurando la vita all’animale anziché la morte.
Tuttavia, ma la vera spiegazione può essere rintracciata nella mitica storia dell’origine di Roma. Leggenda vuole infatti che una lupa buona salvò due gemelli dalle acque del Tevere allevandoli e prendendosi cura di loro. Questi due bambini erano Romolo e Remo. La lupa li prese proprio con la bocca, come fanno i mammiferi, e questo nel regno animale indica un senso di protezione e quindi, per estensione, la bocca del lupo sarebbe un posto sicuro. Risulta scontato che in questo caso la risposta “crepi” o “crepi il lupo” non avrebbe senso perché appunto l’animale è visto come la salvezza.
Proprio per questo, sempre più spesso, si sta diffondendo la tendenza secondo la quale non ci si deve augurare la morte del lupo. Quindi, a chi ci dice “in bocca al lupo” si deve rispondere “grazie” o ancora meglio “viva il lupo”.
© A cura di Simone Pifferi
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