Il significato e la simbologia del Botton d’Oro
Il Botton d’Oro o Trollius europaeus è una pianta erbacea facente parte della famiglia delle Ranunculaceae. Il nome Trollius deriva dal tedesco troll, ovvero sferico, in riferimento alla forma tondeggiante del fiore. Le specie conosciute sono all’incirca trenta, ma solo una specie cresce spontaneamente nella nostra penisola. Si tratta di una pianta infestante e velenosa con un periodo di fioritura molto lungo poiché inizia a maggio e prosegue fino a ottobre.
Il fusto della pianta ha un aspetto striato, glabro ed è dotato di radici secondarie di riserva (rizoma) spesse e fibrose. Le foglie sono pressoché basali, disposte in modo alterno, con forma allungata e bordo dentato. Il loro colore è verde scuro sul lato superiore e più chiaro in quello inferiore. Il fiori si presentano di un giallo intenso con sfumature verdastre, e somigliano a piccoli palloncini. Si tratta di fiori ermafroditi, attinomorfi e dialitepali e i sepali possono variare da dieci a dodici.

Il significato e credenze sul Botton d’Oro
La velenosità del Botton d’Oro ha molto probabilmente dato origine a varie leggende. Tra le più conosciute quella secondo cui le radici della pianta fossero in grado di estirpare il male dal corpo, infatti il contatto con esse provocava ampie vesciche sulla pelle. Sempre in base alle particolari caratteristiche della pianta si era diffusa anche la credenza che munirsi di un sacchetto contenente i fiori essiccati e utilizzarlo come una sorta di amuleto (per esempio appendendolo al collo), liberasse dai sintomi della pazzia.
La leggenda del Botton d’Oro
Un’altra leggenda, narra di un principe del castello che una volta sorgeva a Pieve di Cadore, sul Monte Rico. Il sogno del principe era sempre stato quello di incontrare l’anima gemella e, un giorno, nel far ritorno a palazzo con tutta la famiglia, attraversarono un villaggio vicino. Il principe, che seguiva la carrozza a cavallo, notò la bellissima Gemma, una fanciulla dalle lunghe trecce bionde. Giunto a palazzo comunicò ai genitori di voler sposare la ragazza e non passo molto tempo dal giorno in cui la introdusse a palazzo. La giovane aveva già un bellissimo pretendente, ma comunque cedette alle lusinghe del principe. La vita a palazzo però ben presto le sembrò una prigione, anche se sfarzosa e comoda, e alla fine Gemma fuggì proprio il giorno del suo matrimonio, in cui indossava un bellissimo vestito bianco con bottoni d’oro a forma di fiore.
Giunse al suo villaggio e vide le persone che conosceva. Arrivò nei pressi di un laghetto e pensando che tutti l’avessero ormai dimenticata venne presa dallo sconforto. Si gettò nel lago ma non annegò. Venne ritrovata dal principe che le confessò ancora il suo amore e le disse che se desiderava era libera di ritornare indietro perché aveva sbagliato nel pretendere che lo seguisse a palazzo. Lei a quel punto comprese che l’amore del principe era vero e che avrebbe potuto sempre fare affidamento su di lui. Avendo capito di amarlo a sua volta, gli chiese se volesse ancora sposarla e lui felicemente annuì. Si sposarono con una grande festa. Gemma indossava lo stesso abito, rimesso a nuovo, ma senza i bottoni, molto probabilmente dispersi nel lago. In quelle zone oggi fioriscono i Botton d’Oro.
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