Il significato e la simbologia dell’Aquilegia
L’Aquilegia appartiene alla famiglia delle ranuncolaceae e cresce in diversi continenti come ad esempio in quello americano, asiatico e nelle zone alpine dell’Europa. Si conoscono altre settanta specie diverse ma quelle più conosciute sono la Chrysantha (originaria dell’america, i cui fiori si presentano di colore giallo), la Caerulea (sempre americana, con fiori biachi o azzurri), la Flabellata (del territorio giapponese, con fiori bianchi), la formosa (americana, con fiori gialli o rosa).
In Italia le specie più conosciute sono le aquilegie alpine che crescono nel territorio alpino e appenninico, con fiori color azzurro. Altre specie sono l’Aquilegia Vulgaris con fiori di colore azzurro tendente al viola; l’Aquilegia Atroviolacea, con fiori viola scuro e l’Aquilegia Thalictrifoli, caratterizzata da piccoli fiori azzurro-violacei. A seconda delle specie il colore delle foglie va dal verde al ceruleo e la sagoma del fiore è particolare grazie alla presenza di una duplice corolla e lunghi speroni simili a corna. La pianta cresce nella stagione fredda, germoglia alla fine dell’inverno mentre i fiori sbocciano a primavera inoltrata.
Il significato dell’Aquilegia
Nella simbologia dei fiori l’Aquilegia rappresenta caratteristiche negative dell’animo umano come la lussuria, la falsità , frivolezza e l’ostentazione. Infatti in antichità regalare questo fiore simboleggiava la tristezza unito a uno stato di frustrazione e gelosia. Veniva anche rappresentato nei dipinti quando si voleva evidenziare un preciso stato d’animo della persona raffigurata. L’Aquilegia infatti è legata a numerose leggende di amori infranti dal tradimento e dalla gelosia.
La leggenda dell’Aquilegia
Una delle più famose leggende legate a questo fiore è la storia del comportamento ipocrita e traditore del principe Rutibaldo. Egli era sposato con la principessa Teodagne, casta e di animo nobile. Il marcato comportamento indegno di lui nei confronti della moglie causò presto l’indignazione di tutto il reame, al punto che un nutrito gruppo di nobildonne decise di liberare la principessa da tanta sofferenza mettendo fine alla vita di lui. Teodagne, nella sua bontà , si oppose. Le nobildonne allora decisero di rivolgersi a uno stregone, il quale tramutò il principe in un fiore ridicolo e pieno di corna. Un fiore che nessuna donna avrebbe mai apprezzato e nessun amante avrebbe mai regalato come simbolo dei propri sentimenti.
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