Il significato e la simbologia dell’Angelica
L’Angelica è una pianta biennale appartenente alla famiglia delle Ombrellifere. È simile in aspetto alle altre componenti della sua famiglia, quali Finocchio, il Cumino e l’Anice Verde.
Molto simile alla Cicuta, si differenzia da questa soprattutto per la sua tossicità e per il fatto di avere, un caratteristico odore acre.
Le due specie più conosciute di Angelica sono principalmente due: l’Archangelica e la Sylvestris. La prima è originaria del nord europa e molto diffusa tutt’ora in quelle aree. È considerata dalla popolazione Sami una pianta medicinale sciamanica. La seconda, invece, è presente anche in Italia, largamente diffusa nei luoghi umidi e ombrosi, nei boschi e presso i ruscelli.
Le proprietà dell’Angelica
Entrambe le specie sopra citate, hanno proprietà , digestive, antispasmodiche e antisettiche. Inoltre, l’Angelica risulta molto utile anche in caso di inappetenza, iperacidità gastrica, meteorismo e durante lo stato di debilitazione post-operatorio.
Anche la radice di Angelica risulta essere un buon tonico e può venire usato contro la stanchezza e l’astenia. Si raccoglie in settembre-ottobre al termine del primo anno di vegetazione, si lava e si eliminano le radichette, si essicca al sole e si conserva in sacchi di carta o tela.
Secondo la medicina popolare anche i frutti possono esseri utilizzati per un unguenti utili a combattere la pediculosi. L’olio essenziale, invece, ha proprietà espettoranti e toniche del sistema nervoso.
Il significato dell’Angelica
Nel XVI sec. veniva coltivata nei monasteri dell’Europa centrale e fu denominata Erba degli Angeli o Angelica o Arcangelica, quasi fosse venuta dal regno degli angeli. Secondo l’abate Fournier il nome Arcangelica deriva dalla leggenda che attribuiva all’arcangelo Raffaele l’aver rivelato a un eremita le proprietà specifiche della pianta contro la peste.
Si ritenne a lungo che possedesse la capacità di garantire una lunga vita. A conferma di tale prodigiosa prerogativa, si citava il fatto di un certo Annibale Camoux, morto a Marsiglia nel 1759 all’età di 121 anni, il quale riteneva che la sua eccezionale longevità derivasse dall’abitudine quotidiana di succhiare pezzi di radici di Angelica.
Nell’antica Roma, invece, le foglie venivano bruciate per purificare l’ambiente.
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