Perché ho paura di vomitare o di stare vicino a chi vomita? L’Emetofobia
Il termine Emetofobia deriva dalle parole greche “emein” e “phobos” e significa paura di vomitare o di trovarsi vicino a qualcuno che vomita.
L’Emetofobia è una fobia specifica che si manifesta con un eccessivo e ingiustificato timore di vomitare in pubblico, che può diventare terrore di perdere il controllo e causare un attacco di panico. Cioè l’ansia si scatena al pensiero di non riuscire a prevedere e gestire gli attacchi di vomito anche in assenza di reali cause.
Il pensiero di vomitare e il cercare di non pensarci, fanno aumentare lo stato di ansia, il quale provoca nausea fino ad arrivare all’attacco di panico, che a sua volta peggiora la situazione. Alla fine l’emetofobico non vomita mai perché ha una forte capacità di resistenza.

Quali sono le cause dell’Emetofobia?
L’Emetofobia può manifestarsi spontaneamente, ma in genere ha inizio con un trauma infantile, come aver vomitato in classe ed essere stato deriso dai compagni. In età adulta gli eventi scatenanti potrebbero essere i postumi di una sbornia o un intossicazione alimentare.
L’ematofobico, generalmente, mette in atto una serie di comportamenti persistenti per evitare situazioni di rischio:
- evita di mangiare fuori casa o prima di uscire
- si nutre poco e mangia sempre gli stessi cibi preferendo quelli altamente digeribili
- sta molto attento alla scadenza
- lava ossessivamente gli alimenti e le superfici, per il timore di una contaminazione batterica
- evita spostamenti con i mezzi di trasporto pubblici
- in un locale controlla la vicinanza del proprio tavolo alla toilette
- in auto, se non è lui a guidare, si siede sempre davanti
- si rifiuta di assumere farmaci che hanno come effetto collaterale il vomito, mentre abusa di farmaci antiemetici
- evita il contatto con persone malate per paura del contagio,soprattutto quelle affette da gastroenteriti virali
- le donne possono rinunciare alla gravidanza
Quali sono le conseguenze di chi soffre di Emetofobia?
L’Emetofobia spesso è sintomo di un disturbo ossessivo compulsivo, di ansia sociale, di Agorafobia o Aerofobia.
Può influenzare negativamente la sfera sociale, lavorativa e scolastica di una persona riducendone la qualità di vita. I bambini possono evitare la mensa della scuola o non voler più frequentarla, gli adulti evitare riunioni o rifiutare viaggi di lavoro. Tutti possono decidere di rinunciare alle uscite con gli amici, ai ristoranti e alle attività sportive rischiando di isolarsi dal resto del mondo.
Come combattere la paura di vomitare
Diagnosticare l’Emetofobia non è semplice in quanto può essere confusa con altre patologie:
- il mangiare poco non è collegato al desiderio essere magro, come nell’anoressia, ma al timore di sentirsi male mangiando troppo o determinate cose
- il timore di prendere qualche malattia non è legato alla malattia stessa come nell’ipocondria, ma al rischio che provochi il vomito
- il lavare ripetutamente le mani o gli alimenti non dipende ad un disturbo ossessivo compulsivo, ma alla necessità di prevenire i germi
L’Emetofobia può essere curata con la psicoterapia cognitivo – comportamentale che mira a ristrutturare le credenze errate legate al vomito, a ridurre i comportamenti di evitamento e a controllare l’ansia. Abbinando a questa la terapia di esposizione il soggetto viene sottoposto a situazioni temute, di crescente intensità, allo scopo di ridurre gradualmente l’ansia fino a farla scomparire.
Invece con la terapia breve strategica si cerca di capire perché i comportamenti messi in atto hanno peggiorato la situazione, e quali sono le soluzioni più efficaci da attuare per rompere il circolo vizioso che si è venuto a creare.
A cura di Filomena Iannone