La Ippoterapia: da Ippocrate ai nostri giorni
La Ippoterapia, ha origini molto antiche. Cavalcare era considerato un rimedio contro l’ansia e l’insonnia già da Ippocrate. Di seguito, nella seconda metà del ‘700, è stata documentata per la prima volta da Giuseppe Benvenuti. A questi, infatti, va il merito di averla trattata, per primo, in modo scientifico.
La TMC, ovvero la Terapia con il Mezzo Cavallo, è stata introdotta in Italia nel 1975 ad opera di un medico belga, la dottoressa Danièle Nicolas Citterio e da allora ha ottenuto la stima e il riconoscimento nazionali.
Rispetto ad altre terapie che possono essere inserite nella macro-area della Pet Therapy, l’Ippoterapia è sicuramente la più antica e la più utilizzata, sia nel lavoro con i disabili, sia nelle attività di recupero per pazienti con un trascorso difficile legato a droghe o alcool, sia nella terapia per sblocchi emotivi e superamento di traumi. Gli ottimi risultati che si riscontrano durante gli incontri dipendono dal rapporto con il cavallo e dall’interazione psicomotoria tra l’animale e il paziente.
I benefici della Ippoterapia
Sintetizzando, potremmo dire che la Ippoterapia funziona perché:
– il cavallo si muove in un modo ritmico e prevedibile che facilita l’adattamento del corpo alla cavalcata e genera una sensazione di rilassamento.
– Il cavallo è un animale sociale, con una lunga storia di domesticazione e di relazione con l’uomo, estremamente ricettivo al linguaggio non verbale e alla comunicazione interspecifica.
– La cavalcata è benefica dal punto di vista psicomotorio.
– Il rapporto essere umano-cavallo è profondo, emotivo e appagante: questo facilita l’abbassamento dei filtri affettivi e quindi, la buona riuscita della terapia.
– perché le stimolazioni sia visuali che spaziali fornite dal particolare ambiente del maneggio favoriscono l’apprendimento di una percezione consapevole dello spazio. I maneggi, inoltre, sono caratterizzati da un contorno paesaggistico evocativo e suggestivo. Di conseguenza, favorisce lo stato di rilassamento indispensabile per il buon esito dell’incontro.
– Il rapporto non verbale e tattile che si instaura con il cavallo è un tassello fondamentale nell’ambito della terapia. Infatti, è sia rassicurante e che appagante.
– La fisicità del cavallo assume un ruolo metaforico. Il cavallo è riconosciuto socialmente e tacitamente come simbolo di potere. Quindi, montare a cavallo, dà al paziente una sensazione di sicurezza e di dominio/cura dell’animale. Tutto ciò favorisce la presa di coscienza di se stessi e del proprio essere in modo positivo.
– Il cavallo ha tutte le caratteristiche del “pet”. La morbidezza, il calore e la capacità di comunicare con lo sguardo. Questo permette lo sviluppo di un rapporto di attaccamento sano e fruttuoso.

Il rapporto speciale uomo-cavallo
Tutte le motivazioni prima citate fanno sì che l’andare a cavallo risulti appagante e gratificante, che il paziente prenda consapevolezza di se rispetto all’ambiente circostante e si assuma la responsabilità di prendersi cura dell’animale e di “dominarlo” durante la cavalcata, assumendo così un ruolo che richiede fermezza, lucidità e responsabilità. D’altro canto il legame affettivo che si crea è basilare ed è all’origine non solo della Ippoterapia, ma di tutte le forme di Pet Therapy. La comunicazione interspecifica è alla base della Pet Therapy, il rapporto affettivo che si instaura tra essere umano e animale è la conseguenza della comunicazione non verbale e non la causa, come si tende a pensare.
La comunicazione tra cavallo e uomo
Tra i punti elencati ce n’è, infatti, uno fondamentale: la capacità del cavallo di comunicare con l’essere umano. Da una buona comunicazione non verbale si sviluppa il rapporto affettivo e poi da questo la fiducia reciproca. Non bisogna mai dimenticare che in ogni forma di Pet Therapy la buona disposizione dell’animale è fondamentale (tanto più quando si tratta di un animale di grosse dimensioni come il cavallo), la cura, il rispetto, la gratitudine, la percezione di se e dell’altro.
Tutto questo ha fatto sì che la Ippoterapia sia considerata la principale forma di terapia assistita con animale e che sia attualmente riconosciuta e classificata in base alle tipologie di pazienti a cui si rivolge.
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